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Coronarografia: A Cosa Serve e Come si Esegue?

Salute e tecnologia

Coronarografia: A Cosa Serve e Come si Esegue?

Generalità

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La coronarografia è un esame diagnostico che, grazie all’impiego di un mezzo di contrasto e dei raggi X, consente di studiare il flusso sanguigno all’interno delle coronarie.
Nell’eseguire una coronarografia, il cardiologo utilizza anche un catetere cardiaco: quest’ultimo, infatti, una volta inserito nel sistema vascolare e condotto al cuore, serve per diffondere il mezzo di contrasto a livello coronarico.
Talvolta associata all’angioplastica coronarica, la coronarografia è indicata, principalmente, all’identificazione dei restringimenti a carico delle coronarie.
Per potersi sottoporre alla coronarografia, i pazienti devono presentarsi a digiuno da almeno 8 ore; inoltre, nei giorni precedenti la procedura diagnostica, devono incontrare il cardiologo per un esame conoscitivo, che serve a stabilire se sussistono controindicazioni di sorta.
Esame diagnostico preciso, la coronarografia presenta una serie di rischi, che il cardiologo ha il compito di esporre prima della procedura.

Cos’è

Coronarografia: Cos’è?

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La coronarografia, o angiografia coronarica, è un esame diagnostico che, grazie all’utilizzo di un mezzo di contrasto e dei raggi X, permette di analizzare in tempo reale, su un monitor, il flusso di sangue all’interno delle coronarie.

La coronarografia è una tecnica cardiologica di cateterismo cardiaco: essa, infatti, prevede l’impiego di un catetere (cateterismo), per diffondere il mezzo di contrasto all’interno del cuore (cardiaco).

La coronarografia è una procedura caratterizzata da una certa invasività, per almeno tre motivi:

  • Per l’introduzione di un catetere a livello vascolare e la sua conduzione al cuore;
  • Per l’impiego di un mezzo di contrasto che potrebbe scatenare una reazione allergica o provocare un danno ai reni;
  • L’esposizione ai raggi X, i quali sono tuttavia fondamentali per osservare lo stato di salute delle coronarie.

Cosa sono le Coronarie?

Le coronarie sono i vasi arteriosi che riforniscono di sangue ossigenato il muscolo del cuore, anche noto come miocardio.

Indicazioni

Coronarografia: A Cosa Serve?

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La coronarografia permette di valutare lo stato di pervietà delle arterie coronarie del cuore; questo esame, quindi, è utile nell’identificazione di restringimenti (stenosi), occlusioni e/o altre anomalie che possono interessare i vasi arteriosi deputati a rifornire di sangue il miocardio.

Fornendo informazioni relative alle coronarie, la coronarografia consente di studiare la funzionalità cardiaca; la salute delle coronarie, infatti, è un indicatore fondamentale di come funziona il cuore.

Cause di Occlusione e Restringimento delle Coronarie

Le principali cause di occlusione o restringimento delle arterie coronarie sono gli ateromi (dovuti all’aterosclerosi) e i fenomeni trombo-embolici, seguiti dagli episodi di vasculite coronarica e spasmo coronarico.Per approfondire:Coronarie Ostruite: Cause e Terapia

Coronarografia: Quando Farla?

Poiché la coronarografia presenta alcuni rischi ed è una procedura alquanto invasiva, i cardiologi tendono a prescriverla solo dopo indagini più sicure e meno invasive, come l’elettrocardiogramma, l’ecocardiogramma e il test da sforzo, e solo quando questi esami non sono stati sufficienti a delineare una diagnosi definitiva.

Chiarito questo aspetto molto importante, la coronarografia è solitamente indicata in presenza di:

  • Sintomi di coronaropatia, ossia dolore al petto (angina pectoris), dispnea da sforzo, dolore al collo e/o al braccio ecc. Per coronaropatia, la cardiologia intende l’occlusione o il restringimento di una o più arterie coronarie, dovuti alla presenza di un ateroma, a fenomeni trombo-embolici, a una vasculite
  • Dolori sospetti, non spiegati da alcun altro test diagnostico, alla bocca dello stomaco, al petto, al collo, alla mandibola e/o al braccio;
  • Un dolore al petto improvviso e che diviene sempre più intenso (angina instabile);
  • Insufficienza cardiaca. Si tratta di una grave condizione di salute, tale per cui il cuore è incapace di adempiere alle proprie funzioni;
  • Difetti congeniti del cuore. Sono malformazioni anatomiche del cuore presenti fin dalla nascita;
  • Difetti delle valvole cardiache (valvulopatie). Le valvulopatie sono anomalie che interessano le valvole che regolano il passaggio del sangue all’interno delle cavità cardiache e tra quest’ultime e i vasi effluenti;
  • Esami cardiologici di routine (elettrocardiogramma, test da sforzo ed ecocardiogramma) dall’esito anomalo, che induce a pensare alla presenza di una coronaropatia.

Coronarografia: altri Scopi

La coronarografia rappresenta anche un esame utile a:

  • Programmare delicati interventi chirurgici al cuore. Per esempio, può precedere o essere combinata a un’angioplastica coronarica, una procedura che prevede l’introduzione di uno stent a livello delle coronarie al fine di ripristinare il flusso sanguigno;
  • Valutare le potenziali complicanze di un intervento chirurgico al cuore;
  • Monitorare i risultati di un’operazione chirurgica alle arterie coronarie, come per esempio il bypass coronarico.

Preparazione

Coronarografia: come prepararsi alla procedura

Sebbene sia praticabile anche in casi di emergenza (es: durante un infarto), canonicamente, la coronarografia richiede una specifica preparazione.

È prassi, infatti, che, qualche giorno prima della sua esecuzione, il cardiologo curante incontri il paziente, lo sottoponga a una serie di accertamenti clinici e lo informi su tutti i comportamenti e le precauzioni da adottare nel giorno dell’esame e nelle ore precedenti.

Preparazione alla Coronarografia: gli Esami di accertamento

Gli accertamenti clinici previsti prima di una coronarografia comprendono l’esame obiettivo (con misurazione dei parametri vitali), un’accurata visita cardiologica e un’analisi approfondita della storia clinica; quest’ultima in particolare mira a chiarire lo stato di salute generale del paziente, gli eventuali farmaci che assume e le possibili allergie ai farmaci.

Gli accertamenti clinici che precedono la coronarografia servono a stabilire se sussistono controindicazioni alla procedura e se il paziente è idoneo a sottoporsi all’esame.

Coronarografia: Cosa Fare nel giorno dell’esame

Nel giorno della coronarografia, il paziente deve presentarsi a digiuno da almeno 8 ore; questo vuol dire che, se l’esame è fissato al mattino, l’ultimo pasto consentito è quello della sera precedente.

È poi da segnalare che:

  • Se il paziente segue una terapia farmacologica per un qualche disturbo cardio-vascolare, è probabile che nel giorno dell’esame debba sospendere temporaneamente il trattamento, per poi riprenderlo solo su indicazione del cardiologo curante.
  • Se il paziente è affetto da diabete e segue una terapia farmacologica (insulina o ipoglicemizzanti orali), nel giorno dell’esame deve aspettare il parere del cardiologo curante prima di poter eventualmente assumere la dosa giornaliera.

Coronarografia: Cosa Fare nelle Emergenze

Nelle emergenze (es: infarto), non ci sono né il tempo né il modo per il paziente di prepararsi al meglio per la coronarografia (es: se ha mangiato da poco, non può attendere 8 ore per potersi sottoporre all’esame); in tali frangenti, pertanto, il cardiologo svolge la procedura diagnostica basandosi sulle informazioni che riesce ad ottenere dal paziente  e da chi l’ha soccorso e accompagnato in ospedale.

Come si Esegue

Coronarografia: Come si Svolge l’esame?

Sono sostanzialmente cinque i momenti salienti della coronarografia; eccoli brevemente in ordine temporale:

  • Posizionamento e sedazione del paziente;
  • Monitoraggio delle funzioni vitali;
  • Inserimento a livello vascolare del catetere cardiaco e inizio rilevazione ai raggi X;
  • Conduzione del catetere cardiaco al cuore e iniezione del mezzo di contrasto;
  • Osservazione in tempo reale del flusso sanguigno ed estrazione del catetere cardiaco.

Posizionamento del paziente

Per prima cosa, il paziente deve svestirsi e indossare un camice appositamente preparato per lui; assieme ai vestiti, deve togliere anche eventuali occhiali, orologio, gioielli vari ecc.

Quindi, una volta indossato il camice, riceve indicazione dal personale medico di accomodarsi sul lettino radiologico dove, successivamente, il cardiologo effettuerà l’esame diagnostico.

Sedazione

La somministrazione dei sedativi avviene tramite un ago-cannula inserito solitamente su un avambraccio del paziente.
Il dolore procurato dall’inserimento dell’ago-cannula è minimo, talvolta impercettibile.

La sedazione serve soltanto a favorire il rilassamento del paziente; quest’ultimo, pertanto, rimane cosciente per tutta la durata della procedura diagnostica.

Monitoraggio delle Funzioni Vitali

Dopo la sedazione, un assistente del cardiologo si occupa di applicare sul paziente tutti quegli strumenti medicali che servono a misurare e monitorare i suoi parametri vitali; in particolare, è di interesse la misurazione della pressione sanguigna, del battito cardiaco e della saturazione dell’ossigeno nel sangue.

Il monitoraggio delle funzioni vitali del paziente serve a rilevare per tempo eventuali problematiche che possono verificarsi durante la coronarografia.

Inserimento del Catetere Cardiaco

L’inserimento del catetere cardiaco nel sistema vascolare del paziente rappresenta un momento cruciale della coronarografia.

Il punto di accesso per il catetere cardiaco può localizzarsi sull’arteria femorale a livello dell’inguine oppure sull’arteria brachiale.

È prassi che per l’inserimento del catetere cardiaco, il cardiologo, con la collaborazione dei suoi assistenti, lavi e disinfetti il punto di accesso e, successivamente, vi inietti un anestetico locale (per ridurre il fastidio prodotto dalle operazioni successive).

Per creare il punto di accesso e inserire il catetere cardiaco nel sistema vascolare, il cardiologo utilizza un secondo ago-cannula nell’area desiderata. Quindi, predisposto il punto di accesso e il catetere cardiaco nell’ago-cannula, attiva lo strumento per la scansione ai raggi X e lo posiziona sopra il torace del paziente.

Conduzione al Cuore del Catetere Cardiaco e Iniezione del Mezzo di Contrasto

Una volta inserito il catetere cardiaco nel sistema vascolare arterioso, il cardiologo provvede a condurlo fino al cuore (o alle coronarie) sotto la guida della strumentazione ai raggi X.
Generalmente, l’operazione di conduzione al cuore del catetere cardiaco non è dolorosa e non provoca altre particolari sensazioni; se però così non fosse e il paziente avvertisse un qualche tipo di fastidio, è importante che lo comunichi immediatamente.

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Osservazione del Flusso Sanguigno ed Estrazione del Catetere Cardiaco

Dopo la sua iniezione, il mezzo di contrasto diffonde nelle coronarie, permettendo al cardiologo di individuare eventuali ostruzioni, restringimenti e altre anomalie a carico dei suddetti vasi arteriosi.

Chiaramente, la possibilità di osservare come diffonde il mezzo di contrasto dipende dal fatto che quest’ultimo, come affermato in precedenza, è visibile ai raggi X.

Una volta che il cardiologo ritiene conclusa l’osservazione delle coronarie, provvede a estrarre il catetere cardiaco e l’ago-cannula collegato, chiudere il punto di accesso sull’arteria femorale (o brachiale), interrompere la sedazione e disattivare lo strumento ai raggi X.

Coronarografia e Angioplastica Coronarica

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Se la coronarografia evidenzia la presenza di un blocco o di un restringimento di una o più coronarie, il cardiologo può intervenire immediatamente per renderle pervie praticando un’angioplastica coronarica. Questo è possibile perché l’angioplastica coronarica condivide con la coronarografia diversi aspetti procedurali, come l’inserimento di un catetere cardiaco e l’impiego di una guida ai raggi X.

Coronarografia: Quanto Dura?

Una coronarografia può durare da 15 minuti a oltre un’ora, a seconda che sia seguita o meno da un intervento di angioplastica coronarica.

È doveroso tuttavia precisare che, con la preparazione iniziale e il monitoraggio che segue canonicamente la procedura cardiologica in questione, il paziente deve considerare di essere occupato per l’intera giornata.

Dopo la Procedura

Coronarografia: cosa succede dopo l’esame?

Al termine della coronarografia, il personale medico provvede a spostare il paziente in una sala di ricovero, per sottoporlo a un monitoraggio delle condizioni di salute.

Questa fase di monitoraggio può durare diverse ore; in quest’arco di tempo, il paziente deve stare sdraiato, per evitare sanguinamenti dal punto di accesso praticato per l’inserimento dell’ago-cannula (specie se localizzato a livello dell’arteria femorale).

Il monitoraggio del paziente prevede la misurazione dei parametri vitali e visite periodiche da parte del cardiologo, il tutto allo scopo di sincerarsi del buon esito della procedura diagnostica.

Coronarografia e Dimissioni

Se il paziente dimostra di stare bene e di aver risposto bene alla coronarografia, può rientrare a casa il giorno stesso dell’esame, al termine della fase di monitoraggio.

Se invece il paziente risulta debilitato dalla procedura, il cardiologo decide per il ricovero ospedaliero di almeno una notte, riservandosi di trarre nuove conclusioni il giorno seguente.

È da segnalare che per i pazienti sottoposti anche ad angioplastica coronarica è previsto un ricovero ospedaliero minimo di almeno due giorni, anche quando l’intervento si è svolto per il meglio.

Cosa Fare dopo la Coronarografia

Dopo una coronarografia, è indicato:

  • Bere molta acqua per accelerare l’eliminazione del mezzo di contrasto dal corpo;
  • Stare a riposo per alcuni giorni;
  • Seguire le istruzioni del medico in merito a:
    • I farmaci concessi;
    • Quando tornare a lavorare;
    • Come mantenere pulita la ferita che risulta dal punto di accesso;
    • Quando riprendere le varie attività quotidiane.

Cosa Non Fare dopo la Coronarografia

Dopo una coronarografia, è buona norma:

  • Evitare per diversi giorni qualsiasi attività faticosa;
  • Evitare docce e bagni completi quanto meno per la prima settimana. Questa precauzione serve a prevenire la riapertura dell’incisione praticata per l’inserimento del catetere e la conseguente perdita di sangue.

Quando contattare il medico dopo una Coronarografia?

Dopo la coronarografia, il paziente dovrebbe contattare immediatamente il cardiologo o recarsi al più vicino centro ospedaliero se:

  • Il punto di accesso sanguina (emorragia) senza accennare a fermarsi e/o si gonfia. In caso di emorragia, in attesa di raggiungere il centro ospedaliero per ricevere cure, premere sulla ferita rappresenta una soluzione temporanea.
  • Il dolore in corrispondenza della ferita cresce, invece di diminuire.
  • La ferita si infetta. I classici segni di infezione sono arrossamento cutaneo e febbre.
  • Sono presenti sintomi quali debolezza, senso di svenimento, dolore al torace e/o dispnea.

Rischi e Complicazioni

Coronarografia: è pericolosa?

Sebbene la tecnica esecutoria sia in continuo perfezionamento e i cardiologi siano sempre più preparati, la coronarografia è pur sempre una procedura di cateterismo cardiaco e in quanto tale presenta una serie di rischi non trascurabili (motivo per cui, prima di attuarla, si praticano sempre esami meno invasivi).

Coronarografia: le Complicanze

Tra i potenziali rischi della coronarografia, figurano complicanze più o meno gravi.
Fortunatamente, le complicanze più gravi sono rare.

Complicanze Minori

  • Perdita di sangue dalla ferita presente laddove il cardiologo ha inserito il catetere cardiaco.
    Se la perdita è copiosa e persistente, si ricorda di contattare immediatamente il medico.
  • Ematoma nel punto di inserimento del catetere cardiaco. In genere, scompare nel giro di due settimane.
  • Reazione allergica al mezzo di contrasto o a uno dei medicinali (sedativi, anestetici ecc.) usati durante l’intervento. Prima della coronarografia, è prassi da parte del cardiologo indagare le allergie del paziente; pertanto, salvo casi particolari, le reazioni allergiche rappresentano un pericolo che si può controllare.
  • Infezioni a carico della ferita. Le infezioni sono dovute solitamente a batteri; di conseguenza, la cura consiste nella somministrazione di un antibiotico.

Gravi Complicanze

  • Attacco di cuore (o infarto). Nell’attraversare le arterie, il catetere cardiaco può urtare la parete vascolare e innescare fenomeni trombo-embolici capaci di provocare l’occlusione di una coronaria (quindi un infarto).
  • Ictus ischemico. Il meccanismo fisiopatologico è lo stesso del caso precedente, con la differenza che i vasi sanguigni interessati dai fenomeni trombo-embolici sono quelli destinati al cervello.
  • Lesione di una delle arterie in cui passa il catetere cardiaco. Come affermato nei punti precedenti, questa complicanza può innescare la formazione di trombi o emboli, che poi possono occludere i vasi arteriosi in cui si formano o altri situati altrove.
  • Danno renale. Il danno ai reni è dovuto al mezzo di contrasto, il quale, passando attraverso di essi per l’eliminazione dal corpo, ha degli effetti tossici sulle cellule renali.
  • Comparsa, a fine esame, di un’aritmia cardiaca. È dovuta al passaggio nelle coronarie del catetere cardiaco, che in qualche modo “scombussola” la normale attività cardiaca.

Coronarografia: Chi è più a Rischio Complicanze

Durante una coronarografia, aumentano il rischio di complicanze fattori come:

  • L’età avanzata;
  • La realizzazione della procedura senza un’adeguata preparazione (accade nelle emergenze);
  • La presenza di una grave malattia renale;
  • La presenza di una grave malattia di cuore.

Controindicazioni

Coronarografia: quando è controindicata?

Non esistono controindicazioni assolute alla coronarografia, ma soltanto controindicazioni relative; quest’ultime, in particolare, sono:

  • L’ipertensione grave;
  • Le aritmie ventricolari;
  • L’anemia severa;
  • Un’allergia grave al mezzo di contrasto;
  • L’insufficienza renale acuta;
  • Le anomalie e gli squilibri elettrolitici (es: ipokaliemia);
  • Le coagulopatie;
  • L’emorragia gastrointestinale attiva.

Cosa vuol dire controindicazione relativa?

Prendono in nome di relative le controindicazioni in presenza delle quali una determinata procedura diagnostica o terapeutica è sconsigliabile, salvo non sussistano circostanze più importanti, per cui il fatto di astenersi dalla suddetta procedura sia più rischioso dell’eseguirla.

Risultati

Coronarografia: Vantaggi e Svantaggi

La coronarografia permette al cardiologo di analizzare molto chiaramente eventuali anomalie a carico delle coronarie; infatti, l’esame rileva se c’è un’occlusione dei vasi coronarici, dove risiede di preciso e qual è il suo grado severità.

Inoltre, offre la preziosa possibilità di ricorrere immediatamente a un’angioplastica coronarica, perché ha con quest’ultima diversi aspetti procedurali comuni.

Sul piatto della bilancia, tuttavia, vanno messi non solo i vantaggi, ma anche gli svantaggi: la coronarografia è un esame invasivo e potenzialmente pericoloso, che i cardiologi eseguono solo se necessario.