Centinaia di sviluppatori indiani sottopagati facevano il lavoro dell’IA, Builder.ai

Sembra una storia uscita da un romanzo distopico, ma è realtà: Builder.ai, una startup che prometteva di sviluppare software grazie all’intelligenza artificiale, in realtà si affidava al lavoro manuale di oltre 700 sviluppatori indiani sottopagati. L’azienda, fondata da Dev Duggal, aveva raccolto centinaia di milioni di dollari da investitori come Microsoft, SoftBank e Amazon, ma un’indagine di Bloomberg ha rivelato che l’IA era solo una facciata.
La piattaforma “Natasha”, pubblicizzata come un sistema automatizzato per la creazione di app, era in realtà sostenuta dal lavoro umano. Builder.ai ha dichiarato bancarotta il 20 maggio 2025, lasciando 85 milioni di dollari di debiti con Amazon e 30 milioni con Microsoft. Inoltre, l’azienda è stata accusata di gonfiare artificialmente i ricavi attraverso pratiche fraudolente.
Questo caso solleva interrogativi sull’etica nel settore dell’IA e sulle condizioni di lavoro nelle big tech.
Ci sono diversi casi in cui aziende hanno fatto passare il lavoro umano per intelligenza artificiale. Alcuni esempi noti includono:
- Amazon Mechanical Turk: una piattaforma che permette di assegnare micro-task a lavoratori umani, spesso per attività che sembrano automatizzate, come la moderazione dei contenuti o la categorizzazione delle immagini.
- TaskRabbit: sebbene non sia un caso di inganno, questa piattaforma utilizza persone per svolgere compiti che potrebbero sembrare automatizzati, come il montaggio di mobili o la consegna di pacchi.
- Facebook e Google: entrambe le aziende hanno utilizzato moderatori umani per filtrare contenuti, spesso facendo credere che fosse un processo interamente gestito dall’IA.
- Startup di chatbot: alcune aziende hanno venduto chatbot “intelligenti” che in realtà erano gestiti da operatori umani dietro le quinte.
Questi casi mostrano come l’IA sia spesso meno avanzata di quanto pubblicizzato e come il lavoro umano rimanga essenziale in molte operazioni.
Ecco alcuni altri esempi di aziende che hanno utilizzato lavoro umano al posto dell’IA:
- Content Moderation: Molte piattaforme social, tra cui Facebook e TikTok, hanno impiegato moderatori umani per filtrare contenuti, spesso facendo credere che fosse un processo interamente automatizzato.
- Servizi di trascrizione: Alcune aziende che offrono trascrizioni automatiche, come Rev e Temi, hanno in realtà utilizzato trascrittori umani per garantire maggiore precisione.
- Chatbot “intelligenti”: Diverse startup hanno venduto chatbot che sembravano basati su IA, ma che in realtà erano gestiti da operatori umani dietro le quinte.
- Annotazione di dati: Molti sistemi di machine learning dipendono da enormi quantità di dati etichettati manualmente da lavoratori umani, spesso sottopagati.
Questi esempi mostrano come l’IA sia spesso meno avanzata di quanto pubblicizzato e come il lavoro umano rimanga essenziale in molte operazioni.
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