Arriva l’app di Meta AI, il Garante privacy italiano: «Chi si vuole opporre all’uso dei suoi dati per allenare il chatbot ha tempo fino a fine maggio»

Il chatbot è disponibile, nella sua versione stand-alone, per ora solo negli Usa. In Italia per ora l’app è ancora solo dedicata alla gestione dei Ray-Ban Meta «Ehi, abbiamo costruito qualcosa di nuovo per te». Mark Zuckerberg non fa mistero dei numeri che sta collezionando il suo chatbot – «quasi un miliardo di utenti la usano» – e li sfrutta per far capire perché, secondo lui, è giunto il momento di avere uno spazio dedicato sullo smartphone per poter conversare con Meta AI. E si chiama proprio così, Meta AI, la nuova app stand-alone dedicata all’intelligenza artificiale generativa di Meta. Il cui mezzo di comunicazione primario è proprio la voce.
Chi aveva già installato sul proprio telefono Meta View – l’app per gestire e controllare i Ray-Ban Meta – la vedrà semplicemente cambiare nome e icona. Per tutti gli altri, la nuova app si trova sugli Store. Al momento le nuove funzionalità sono in fase di distribuzione nei soli Stati Uniti e dunque vedremo poche differenze, qui in Italia. Ma – come spesso accade – è solo una questione di tempo. L’app di Meta AI è pensata come spazio per poter dialogare (o chattare, ma l’obiettivo primario è dare un agente conversazione agli utenti) con il chatbot. Il modello sfruttato è Llama 4. L’obiettivo è che, man mano nel tempo, diventi l’assistente personalizzato che ormai un po’ tutti vogliono implementare (da Siri di Apple, in ritardo, ad Alexa+ di Amazon, in arrivo negli Usa, fino all’app di Perplexity). In grado di capire il contesto e dunque risponderci in base ai nostri interessi e alle nostre attività. Ci sarà anche una sezione «Suggeriti», una sorta di bacheca che raduna tutte le sperimentazione con Meta AI da parte degli altri utenti Per prendere ispirazione e «rubare» qualche prompt interessante.
Meta AI eredita anche le funzionalità della precedente app Meta View. E dunque continuerà ad essere il portale d’ingresso dei Ray-Ban Meta e «di ogni dispositivo di AI che svilupperemo», aggiunge Zuckerberg. Facendo pensare di aver già qualcosa di nuovo in mente. Tra l’altro, proprio in questi giorni, gli occhiali smart sviluppati insieme a Luxottica si stanno aggiornando per integrare le funzionalità di traduzione simultanea delle conversazioni. Una delle funzionalità più interessanti, insieme a quella – ancora non attiva in Italia – di poter darci informazioni su ciò che stiamo guardando.
Soprattutto, perché funzioni a dovere – o come nelle intenzioni di Zuckerberg – Meta AI ha bisogno di dati e informazioni su di noi. Che vengono prese dalle tre principali piattaforme della società, WhatsApp, Instagram e Facebook. Qui vi avevamo spiegato a cosa, precisamente, può avere accesso. E qui avevamo riportato l’annuncio di un modulo da compilare e inviare qualora non vogliate che Meta possa sfruttare i vostri dati non solo per rispondere alle vostre domande in modo puntuale ma anche per addestrare i suoi modelli. Il Garante per la privacy italiano in questi giorni ha sottolineato l’importanza di questa decisione, da prendere entro fine maggio. Se invieremo il modulo in un momento successivo, varrà solo per i dati “nuovi” e non per tutto il deposito di informazioni che già abbiamo salvato nei server di Meta. Questo è il link per il modulo dedicato a Facebook e questo è il link per il modulo dedicato a Instagram. Chi non ha account ma desidera in ogni caso mettere al sicuro le proprie informazioni personali, può usare questo link.