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Cervelletto generalita’

Salute e tecnologia

Cervelletto generalita’

Tempo di lettura: 8 minuti

Generalità

Il cervelletto è un’importante regione dell’encefalo, quindi è un elemento del cosiddetto sistema nervoso centrale.
Di forma ovoidale e pesante circa 130-140 grammi, il cervelletto risiede nella parte posteriore dell’encefalo, protetto da una struttura nota come fossa cranica posteriore.
CervellettoNel cervelletto sono riconoscibili due espansioni laterali, rispetto a una linea mediana centrale; le espansioni prendono il nome di emisferi cerebellari, mentre la linea mediana centrale è il cosiddetto vermis.
Come un qualsiasi organo del sistema nervoso centrale, il cervelletto presenta una porzione di sostanza grigia (che forma la cosiddetta corteccia cerebellare) e una porzione di sostanza bianca (in cui prendono posto i cosiddetti nuclei cerebellari).
Il cervelletto gioca un ruolo chiave nell’apprendimento e nel controllo motorio, nella coordinazione, nel senso di equilibrio e in alcune funzioni cognitive legate al linguaggio e all’attenzione.

Breve richiamo sul sistema nervoso centrale

Il sistema nervoso centrale (SNC) è – insieme al sistema nervoso periferico (SNP) – una delle due componenti principali del sistema nervoso dell’essere umano.
A costituire il sistema nervoso centrale sono due strutture: l’encefalo e il midollo spinale.
Agendo come un centro di elaborazione e di controllo, il sistema nervoso centrale analizza le informazioni in arrivo dall’ambiente esterno e interno dell’organismo e risponde di conseguenza, in maniera appropriata e secondo quanto le suddette informazioni richiedono.

Cos’è il cervelletto?

Il cervelletto è un’importante porzione del sistema nervoso centrale; per la precisione, è una regione dell’encefalo.
Ha diversi compiti, tutti assai rilevanti; principalmente, è coinvolto nell’apprendimento e nel controllo motorio.
Il cervelletto è un elemento del sistema nervoso molto complesso. L’intento di questo articolo è spiegarlo in maniera semplificata e il più possibile comprensibile.

Encefalo

È una struttura altamente complessa, che nell’uomo adulto può pesare fino a 1,4 chilogrammi (cioè circa il 2% del peso corporeo totale).
Secondo i neurologi, conterrebbe più di 100 bilioni di neuroni (N.B: un bilione corrisponde a 1012); pertanto, le connessioni che può stabilire sono tantissime e inimmaginabili.
Nell’encefalo, sono riconoscibili 4 regioni: il telencefalo (o cervello propriamente detto), il diencefalo, il tronco encefalico e il citato cervelletto. Ciascuna di queste regioni presenta un’anatomia specifica, con compartimenti adibiti a ben specifiche funzioni.
Dall’encefalo dipartono dodici paia di nervi cranici, identificate con i numeri romani da I a XII.
Tranne il I e il II paio di nervi, che hanno origine rispettivamente nel telencefalo e nel diencefalo, le restanti dodici paia nascono nel tronco encefalico.

SINONIMI E TERMINI DERIVATI

Il cervelletto è anche noto come cerebello. Si tratta di un termine usato molto di rado in anatomia, ma da cui deriva un aggettivo molto comune: cerebellare.

Tabella. Le principali regioni dell’encefalo e i loro rispettivi compartimenti.

REGIONEFUNZIONE
Telencefalo o cervello propriamente detto
Corteccia cerebralePercezione; movimento e coordinazione della muscolatura volontaria
Gangli della baseMovimento
Sistema libicoEmozione; memoria; apprendimento
Diencefalo
TalamoStazione di passaggio per le informazioni motorie e sensoriali
Ipotalamo e ipofisiComportamenti istintivi; secrezione di vari ormoni
Epitalamo ed epifisiSecrezione di melatonina
CervellettoCoordinazione del movimento
Tronco encefalico
MesencefaloMovimento oculare; coordinazione dei riflessi uditivi e visivi
Ponte (o ponte di Varolio)Stazione di passaggio tra cervello e cervelletto; controllo del respiro
Midollo allungatoControllo delle funzioni viscerali
Formazione reticolareStato di coscienza; cicli sonno-veglia; tono muscolare; modulazione del dolore

Anatomia

Il cervelletto possiede forma ovoidale, pesa all’incirca 130-140 grammi (in un soggetto adulto) e risiede nella parte posteriore dell’encefalo, protetto dalla cosiddetta fossa cranica posteriore
In modo simile al cervello propriamente detto, il cervelletto consta di due espansioni laterali, rispetto a una linea mediana. Le due espansioni laterali prendono il nome di emisferi cerebellari, mentre la linea mediana è detta vermis (deriva dal latino e significa verme).
Allo stesso modo di tutte le strutture che compongono il sistema nervoso centrale, il cervelletto presenta la cosiddetta sostanza grigia e la cosiddetta sostanza bianca. La sostanza grigia risiede sulla superficie del cervelletto e forma quel rivestimento pieno di pieghe, noto come corteccia cerebellare. La sostanza bianca, invece, prende posto negli strati più profondi del cervelletto e rappresenta la sede dei cosiddetti nuclei cerebellari.
Per quanto concerne la sua istologia, il cervelletto comprende numerosi tipi di cellule nervose (o neuroni), ognuno con un suo ruolo ben preciso. Tra i vari tipi di cellule nervose che formano il cervelletto, meritano sicuramente una citazione: le cellule del Purkinje, le cellule dei granuli, le cellule del Golgi, le cellule a canestro e le cellule stellate.

Curiosità
Il cervelletto rappresenta il 10% del volume totale dell’encefalo; ciononostante, però, contiene più del 50% dei neuroni totali presenti nella complesso encefalico.
Corteccia cerebellare

Figura: la corteccia cerebellare coincide con la sostanza grigia del cervelletto.

SUDDIVISIONI

Per facilitare la comprensione del cervelletto e della sua anatomia, gli esperti hanno stabilito che esistono ben tre modi diversi di descrivere l’organo nervoso in questione.
Un primo modo di descrivere il cervelletto suddivide quest’ultimo in lobi anatomici; un secondo modo suddivide il cervelletto in zone; infine, un terzo modo suddivide il cervelletto in aree funzionali.

  •  Suddivisione del cervelletto in lobi anatomici.
    Riconosce sul cervelletto l’esistenza di tre lobi: il lobo anteriore, il lobo posteriore e il lobo flocculonodulare.
    Inoltre, dà il nome anche a due fessure: la fessura primaria e la fessura posterolaterale.
    La fessura primaria è la fessura che separa il lobo anteriore dal lobo posteriore; la fessura posterolaterale, invece, è la fessura che separa il lobo posteriore dal lobo flocculonodulare.

Lobi Cervelletto

Figura: suddivisione del cervelletto in lobi. Immagine tratta dal sito: http://teachmeanatomy.info

  •  Suddivisione del cervelletto in zone.
    Riconosce sul cervelletto l’esistenza di tre zone: la zona del verme, la zona intermedia e la zona degli emisferi laterali.
    La zona del verme corrisponde alla linea mediana formata dal vermis; la zona intermedia è l’area che costeggia, a destra e a sinistra, il vermis; infine, la zona degli emisferi laterali è l’area che fiancheggia, a destra e a sinistra, la zona intermedia.

Cervelletto

Figura: suddivisione in zone del cervelletto. Immagine tratta dal sito: http://teachmeanatomy.info

  •  Suddivisione del cervelletto in aree funzionali.
    Riconosce sul cervelletto l’esistenza di tre aree funzionali: il cerebro-cerebello (o cerebello cerebrale), lo spino-cerebello e il vestibolo-cerebello.
    Il cerebro-cerebello coincide con la zona degli emisferi laterali e rappresenta l’area funzionale di maggiore estensione.
    Lo spino-cerebello è l’area funzionale compresa tra la zona del verme e la zona intermedia.
    Infine, il vestibolo-cerebello equivale al lobo flocculonodulare.

FOSSA CRANICA POSTERIORE: COS’È

La fossa cranica posteriore è un’ampia depressione della porzione infero-posteriore del cranio.
Alla formazione della fossa cranica posteriore partecipano le porzioni squamose e mastoidee dell’osso temporale del cranio e buona parte dell’osso occipitale del cranio.

SOSTANZA GRIGIA: LA CORTECCIA CEREBELLARE

La corteccia cerebellare è suddivisibile in tre strati sovrapposti.
A comporre lo strato più profondo – ossia quello più interno – sono le cellule dei granuli.
A formare lo strato intermedio sono le cellule del Purkinje.
Infine, a costituire lo strato più esterno sono, prevalentemente, gli assoni delle cellule dei granuli e i dendriti delle cellule del Purkinje (N.B: assone e dendriti sono due parti fondamentali dei neuroni).

  •  Cellule dei granuli: cellule di piccolissime dimensioni, rappresentano i neuroni più diffusi nel cervelletto e la metà circa dei neuroni di tutto l’encefalo.
  •  Cellule del Purkinje: sono tra i neuroni più grandi dell’encefalo. Contribuiscono in maniera fondamentale al controllo motorio, da parte del cervelletto.

Anche se in quantità decisamente inferiori rispetto alle cellule dei granuli e alle cellule del Purkinje, nella corteccia cerebellare trovano posto: le cellule del Golgi, le cellule a canestro e le cellule stellate.

SOSTANZA BIANCA: I NUCLEI CEREBELLARI

nuclei cerebellari – ossia i nuclei del cervelletto – sono gruppi di neuroni con funzioni specifiche.
In tutto, sono quattro e si chiamano: nucleo dentato, nucleo emboliforme, nucleo globoso e nucleo del tetto (o nucleo del fastigio).

  •  Nucleo dentato. Appartiene funzionalmente al cerebro-cerebello.
  •  Nucleo emboliforme. Appartiene funzionalmente allo spino-cerebello.
  •  Nucleo globoso. Appartiene funzionalmente allo spino-cerebello.
  •  Nucleo del tetto (o nucleo del fastigio). Appartiene funzionalmente al vestibolo-cerebello.

CONFINI E RELAZIONI

Il cervelletto confina:

  • Posteriormente, con l’osso occipitale del cranio.
  • Anteriormente, con il quarto ventricolo, il ponte di Varolio e il midollo allungato (N.B: il ponte di Varolio e il midollo allungato sono due porzioni del tronco encefalico, un’altra regione delle quattro che formano dell’encefalo).
  • Superiormente, con il cosiddetto tentorio del cervelletto. Il tentorio del cervelletto è la porzione di dura madre (meninge del sistema nervoso centrale), che separa il cervelletto dai lobi occipitale del cervello propriamente detto.

Per quanto concerne le sue relazioni, il cervelletto comunica con il tronco encefalico per mezzo dei cosiddetti peduncoli cerebellari. In tutto 6 e disposti a paia (quindi 3 paia), i peduncoli cerebellari sono fasci di fibre nervose sia afferenti (cioè che vanno dalla periferia al SNC) che efferenti (ossia che vanno dal SNC alla periferia).
Denominati in base alla loro posizione rispetto al vermis, le tre paia di peduncoli cerebellari sono:

  • Il paio di peduncoli cerebellari inferiori. I peduncoli cerebellari inferiori contengono prevalentemente fibre afferenti, provenienti dal midollo allungato, e una piccola quantità di fibre efferenti.
  • Il paio di peduncoli cerebellari medi. I peduncoli cerebellari medi contengono fibre afferenti, provenienti dal ponte di Varolio.
  • Il paio di peduncoli cerebellari superiori. I peduncoli cerebellari superiori contengono prevalentemente fibre efferenti, che, dai nuclei cerebellari, raggiungono la corteccia cerebrale, e una piccola quantità di fibre afferenti.

VASCOLARIZZAZIONE ARTERIOSA

L’afflusso di sangue ossigenato al cervelletto dipende da tre arterie; presenti in paia, queste tre arterie sono: l’arteria cerebellare superiore, l’arteria cerebellare inferiore anteriore e l’arteria cerebellare inferiore posteriore.
L’arteria cerebellare superiore e l’arteria cerebellare inferiore anteriore sono due branche della cosiddetta arteria basilare. L’arteria basilare è un importante vaso arterioso, che rifornisce di sangue ossigenato diverse strutture encefaliche.
L’arteria cerebellare posteriore, invece, è una branca della cosiddetta arteria vertebrale. L’arteria vertebrale è il principale vaso sanguigno arterioso del collo; origina dall’arteria succlavia e dà origine alla sopraccitata arteria basilare.

VASCOLARIZZAZIONE VENOSA

Il drenaggio del sangue venoso (cioè sangue povero di ossigeno) dal cervelletto dipende dalla vena cerebellare superiore e dalla vena cerebellare inferiore. Entrambe queste vene, infatti, fanno defluire il sangue in uscita dal cervelletto in tre seni venosi della dura madre: il cosiddetto seno petroso superiore, il cosiddetto seno trasverso e il cosiddetto seno retto.

Sviluppo

Nel corso dello sviluppo embrionale, la porzione anteriore del tubo neurale dà origine a tre vescicole (o parti), dalle quali derivano l’encefalo e le strutture associate all’encefalo.
Queste tre vescicole prendono il nome di proencefalomesencefalo e rombencefalo.
Il cervelletto deriva dal rombencefalo o, a voler essere più precisi, da una delle due suddivisioni del rombencefalo, il cosiddetto metencefalo (N.B: l’altra suddivisione è il mielencefalo).

Funzioni

Il cervelletto è noto soprattutto per le sue funzioni motorie; tuttavia, gioca un ruolo rilevante anche in alcune funzioni di tipo cognitivo.
Per quanto concerne le funzioni motorie, il cervelletto è implicato nei processi di:

  •  Coordinazione dei muscoli volontari. La maggior parte dei movimenti che l’essere umano compie quotidianamente coinvolge, armonicamente, un insieme di muscoli. Per esempio, il gesto di toccare la punta del naso con un dito della mano prevede l’intervento simultaneo e coordinato dei muscoli della spalla, del gomito e del polso.
    Il cervelletto controlla l’armonia dei movimenti che coinvolgono un complesso di muscoli e fa sì che i suddetti movimenti si svolgano fluentemente, senza interruzioni.
  •  Regolazione dell’equilibrio e della postura. Il cervelletto presiede agli aggiustamenti posturali, al fine di mantenere l’equilibrio.
  •  Apprendimento motorio. Il cervelletto è l’organo del sistema nervoso che permette all’essere umano di imparare l’esecuzione di gesti, come colpire una palla da baseball, tirare a canestro ecc.
    I gesti in questione risultano da movimenti precisi dei muscoli del corpo, movimenti che s’imparano generalmente con la pratica, dopo svariati tentativi e diversi errori.

Per quanto riguarda invece le funzioni cognitive, il cervelletto controlla:

  • Le capacità di attenzione e
  • Il linguaggio.

CONTROLLA LE EMOZIONI?

Secondo alcuni neurologi, il cervelletto sarebbe implicato in alcune funzioni emotive, come per esempio la risposta alla paura o la risposta al piacere.

CEREBRO-CEREBELLO: FUNZIONI

Il cerebro-cerebello è implicato nei meccanismi di apprendimento motorio e coordinazione dei muscoli volontari.

SPINO-CEREBELLO: FUNZIONI

Lo spino-cerebello regola i movimenti del corpo e aiuta il cerebro-cerebello nell’apprendimento motorio.

VESTIBOLO-CEREBELLO: FUNZIONI

Il vestibolo-cerebello presiede al controllo dell’equilibrio e della postura.

Patologie

Tra le più note patologie che interessano il cervelletto, rientrano: la sindrome di Arnold-Chiari, l’atassia cerebellare, gli episodi di ictus e i tumori al cervelletto (N.B: tumori intesi come neoplasie benigne e maligne).

Tipi di tumore al cervelletto:

  • Astrocitoma
  • Medulloblastoma
  • Glioblastoma
  • Cavernoma cerebrale

SINDROME DI ARNOLD-CHIARI

La sindrome di Arnold-Chiari, o malformazione di Chiari, è un insieme di sintomi e segni che insorge a causa di una malformazione della fossa occipitale posteriore, ovvero la sede del cervelletto.
Per effetto di tale malformazione, gli emisferi del cervelletto tendono a spostarsi verso il basso, precisamente in direzione del foro occipitale e del canale spinale sottostanti.
Spesso gli esperti definiscono la sindrome di Arnold-Chiari con la dicitura di ernia cerebellare.

ATASSIA CEREBELLARE

Il termine atassia cerebellare indica un gruppo di malattie genetiche caratterizzate da una lesione del cervelletto o delle vie nervose che quest’ultimo controlla. È una patologia neurodegenerativa, che comporta l’insorgenza di difficoltà coordinative a livello degli arti superiori e inferiori, atrofia ottica, difficoltà nell’articolazione della parola ecc.

CONSEGUENZE DI UN DANNO AL CERVELLETTO

danni al cervelletto compromettono la funzionalità di questa importante struttura encefalica.
Le conseguenze di un danno al cervelletto variano in relazione all’area cerebellare danneggiata.
Nell’elenco dei possibili sintomi e segni di una danno al cervelletto, rientrano:

  •  Atassia: è la mancanza di coordinazione dei movimenti muscolari volontari.
    Nell’eseguire un gesto che coinvolge più muscoli, un individuo con un danno al cervelletto compie movimenti spezzati e totalmente privi di armonia. Per esempio, se dovesse toccarsi la punta del naso con un dito, muoverebbe prima la spalla, poi il gomito e poi il polso;
  •  Disartria: difficoltà nell’articolazione delle parole. È un disturbo del linguaggio parlato;
  •  Dismetria: indica l’esecuzione alterata dei movimenti volontari;
  •  Ipotonia muscolare: è la perdita del tono muscolare. I danni al cervelletto causano ipotonia muscolare generalizzata, cioè interessano tutti i muscoli del corpo umano;
  •  Incapacità di imparare nuovi movimenti con il corpo: diversi studi, su essere umano e animali, hanno dimostrato che i danni al cervelletto causano un deficit di apprendimento motorio.
  •  Nistagmo: è il movimento rapido e ripetuto del globo oculare, dovuto a spasmi muscolari;
  •  Disdiadococinesia (o adiadococinesia): è l’incapacità o la difficoltà di eseguire, con un ritmo rapido, dei movimenti alternati, in direzioni opposte. Per esempio, emergono difficoltà in occasioni dei movimenti di pronazione e supinazione della mano oppure in occasione dei movimenti di flessione ed estensione dell’avambraccio, rispetto al braccio.
  •  Perdita di equilibrio: è la conseguenza tipica di un danno all’area funzionale del cervelletto nota come vestibolo-cerebello.

FONTE